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Boston, USA

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linea di fuga verso il mare

martedì 4 ottobre 2016

La Costruzioni di Realtà a multi-strato e multi/faccia



Da: Il piglio Eco-Biostorico


Il soggetto oggettivante
Intrecci significativi

Antonia Colamonico © 2013
 
 "... Esiste un indissolubile legame che vincola l'osservatore all'osservato, rendendoli un organismo unico a cosmo, ma come accade per la Luna, in tale dualità si mostra sempre e solamente una sola faccia: l'oggetto d'osservazione. Il lato luminoso del sistema vitale è lo spazio esterno all'io/sé, quello spaccato di vita che si pone di fronte, come luogo dell'oltre la membrana che isola l'occhio osservatore, rendendo questo l'estraneo del campo, l'alieno di quell'area che si colora di: cielo, stelle, prati e fiori, volti e sorrisi, parole e teoremi, macchine... e tutto l'altro ancora.
L'universo-campo pone in ombra l'occhio-mente del soggetto lettore, quella soggettività indagatrice e contemplante che, di individuo in individuo, attraversa la trama complessa della storia, rendendola “cosa viva”. In quest'ombra che ci appartiene più dello stesso oggetto amato e apostrofato, si tesse la fitta rete informativa di quel flusso di continuum d'insieme, che rende i due una cosa sola, per sempre, nel complesso gioco dell'intravedere. È il soggetto l'occhio-filtro, il punto 0 di partenza, di tutto quel complesso di reali che si dischiude, rivelandosi come il diverso dal sé. ..." (Da. A. Colamonico. Lo sguardo biostorico tra echi di realtà e tempi 0. Il ruolo storico dell'Osservatore nella costruzione della realtà multi-proiettiva. Il punto 0 - © 2011 Il filo, Bari)

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La Realtà oggettivata

 






L’anima bisogna crearla, inalare ciò che inspira, immaginarla: darle voce. Incarnarla è l’opera umana, l’umana fedeltà a sé, il poetico è ascoltarla, fare del suo soffio un verbo, di quel verbo un altro inizio, un’altra unica creazione. Hugo Mujica.


Perdere il valore limitante del modello-carta, porta il mondo filosofico-scientifico e con esso tutto il sistema storico-fattuale che si accorpa e organizza intorno, alla generalizzazione dei processi di conoscenza che perdono il significato di abito-vestito soggettivo e si fanno realtà oggettiva, come un insieme di verità, racchiuse e forgiate (finite), facilmente interscambiabili e intercomunicanti tra individuo e individuo, tra generazioni e generazioni, epoche e epoche, senza l'attività partecipativa del soggetto ricevente:
  •  Errore in cui ogni uomo può cadere, se portato a credere le sue letture di realtà corrispondenti automaticamente non solo alla natura in sé, ma a quelle esperite e sviluppate dagli altri osservatori-sguardi, per scandalizzarsi, magari, quando scopre delle sfumature altre di significati che modificano l'inclinazione del senso da lui inteso e trasmesso. Da tale incapacità a leggere le geografie mentali, nascono in gran parte le incomprensioni.

La scoperta della plasticità della conoscenza-linguaggio-parola-coscienza... si manifesta in modo evidente, anche all'occhio più distratto, con una breve passeggiata in internet per una ricerca di informazioni, cosa che tutti oggi possono sperimentare.
In un sistema reticolare a nodi-finestrei appare subito la differenza tra un'indagine a libro che dà le letture uni-direzionali-sequenzialiii - inerenti al senso-verso stesso di lettura che rende obbligata la successione di periodi-parole, dall'inizio alla fine pagina - da quella a parole-calde che aprono lo sguardo alle molteplici direzioni dei multi-campo della rete, in cui l'occhio-mente si posiziona a punto adimensionale, aperto ad una molteplicità di indirizzi-versi visivi.




Ogni indirizzare lo sguardo è una scelta di campo-verso che richiede una partecipazione (atto consapevole) alla creazione dell'ordine informativo, infatti:
  • In tale postazione di lettura, la capacità decisoria dell'organizzazione del campo-testo non ricade solamente sul narratore-ideatore della pagina web, su cui l'osservatore sta indagando, come avviene nel percorso a libro, ma è condivisa tra il lettore e il narratore, essendo prevista una mobilità di costruzione nella successione delle sequenze informative, con il salto registro da temporale a spaziale:
  • vedere il tempo non equivale al vedere lo spazioiii!


In tale essere co-decisore si crea nella mente-sguardo osservante-lettore un dinamismo maggiore che dà una sensazione di maggiore libertà non solo nella direzione dell'occhio, ma nelle stesse connessioni tra i significati che si aprono a struttura a rosa, similare a quella di una fioritura, come se fosse un fuoco pirotecnico che emerga da un buio visivoiv:
  • Se si riflette un po' in tale elasticità e ampiezza visiva, c'è una forma di anarchia (fuori dalla gerarchia) di lettura che spiega in parte la notevole opposizione, almeno in Italia, all'uso degli elaboratori elettronici su larga scala.
Ancora oggi ci sono persone che dichiarano la loro avversione al mondo della rete, rivelando una rigidità-fissità d'occhio-mente per tutto ciò che crea spaesamento mentale ed operativo (incapacità a gestire l'imprevisto), quasi come se la mano si rifiutasse a muoversi sulla tastiera e l'occhio a leggere una videata o il cervello a pensare e comprendere; da tale incapacità a gestire la maggiore libertà nascono le crociate contro internet con l'esaltazione dei libri come se fossero dei feticci. 

Dimenticando che ogni epoca ha sviluppato il suo sistema di lettura e scrittura, funzionale alla medesima operatività, è come se si continuasse a voler scrivere con la scrittura cuneiforme, ritenendo quella alfabetica riduttiva di ricchezza espressiva, non comprendendo che ogni sistema s'incarna in un'economia di tempo funzionale alle evoluzioni-accelerazioni economico-culturali; tanto che oggi un semplice sistema di scrittura alfabetica non è più idoneo alla velocità del sistema a nanosecondiv.


I modelli di lettura e lo sviluppo cognitivo

Analizzando meglio gli stati cognitivi dell'apertura di una videata si coglie come la prima impressione che l'osservatore riceve è un senso di sbandamento per un'eccedenza dell'offerta informativa intorno alle parole impostate, che rendono molteplici i campi di lettura che si presentano come oggetti-chiusi che necessitano di un'apertura, una forma di forzatura del sistema-monitor che si spiega al comando del dito che clicca, facendo aprire una nuova finestra (azione molto amata dai bambini con i video-game) come se fosse un rapporto a utero-fetovi.
L'apertura della nuova videata, offre all'occhio una nuova complessità sempre d'aprire e da esplorare a più sguardi.
In tali processi operativi dal punto di vista cognitivo, si crea un'accelerazione delle capacità connettive ed analogiche del pensiero che assume un andamento a singhiozzo e una struttura a spugna con le fioriture di campi e le ramificazioni di unità-informative a differente ampiezza-profondità (creste informative).

Dal sistema a libro a quello a finestra

Rispetto alla semplice lettura a libro cosa è cambiato, non certo l'attività elaborativa del cervello, che sia con il sistema a libro che con quello a videata decodifica e codificare le informazioni per apprenderle e trasferirle in altri contesti, ma quello che sta mutando in modo evidente è la durata stessa di ogni singola insorgenza-risposta operazionale della mente:
  • nel sistema a libro si può parlare di lentezza cognitiva che dà un ritmo più cadenzato, ritmato all'azione di lettura-apprendimento, mentre nel sistema a videata c'è un forma di convulsione informativa che richiede da parte del lettore una maggiore mobilità dell'occhio-mente (apertura logica con relativa importanza a saper gestire il personale apprendimento) e da parte dell'ideatore della pagina una certa arguzia d'impaginazione per catturare l'attenzione su quei punti caldi, magari di altro colore, che egli ritiene più significativi da trasmettere e far memorizzare, essendo i nodi che aprono ad altre creste evolutive (struttura a spugna).
In tale operazione di rendere interessante a sotto-campi ristretti tutta quella variegata molteplicità dell'offerta di:
 fatti, detti, prodotti, società, ricerche, immagini, opinioni...
si sviluppa da un punto di vista operazionale un tessuto poroso, a sistema carsico, con pieni e vuoti (sotto-pagine linkate) che si annidano come tante stanze in stanze (rapporto utero-feto), dando la sensazione di custodire un segreto tutto da svelare, come in una caccia al tesoro, scoprendo gli indizi, per poi interpretarli e rendere noto il mistero.

Dal punto di vista dell'organizzazione un sito, ad esempio, è una nicchia criptata (utero)che cela un abbaglio informativo (feto)che chiede di essere decriptato, come se si fosse in un sistema crittografico di spionaggiovii.
In tale stato di celato-nascosto, il senso profondo dell'informazione si svela non inseguendo la linea di lettura (sistema a libro-occhio a linea), ma solo in proporzione all'abilità di navigazione e alla curiosità dell'osservatore-lettore:
  • Più fine è il suo occhio più alto sarà il suo grado d'apprendimento, che richiede la personale partecipazione, per cui le quantità e le qualità informative non saranno uguali per tutti i lettori, ma vincolate alla capacità d'esplorazione che essi stessi sapranno apprendere e  sviluppare.
In tale abilità e agilità d'organizzazione, oggi i giovani sono bravissimi, mostrando una celerità di sguardo che è un riflesso della stessa celerità della loro mente (salto generazionale) e non una superficialità d'attenzione come molti adulti cercano di veicolare, sminuendone il valore.

Si potrebbe dire che la costruzione di un sito-nicchia implichi un valore aggiunto, non essendo una semplice trasmissione di un verso di ideazioni comprese, ma una trasmissione che è attenta alle libertà del destinatario.
C'è, quindi, un surplus di attenzione-tenerezza dialogica che sdoppia l'occhio-mente scrittore a più punti-nidi di organizzazione del messaggio, i punti-chiave, che una volta catturata l'attenzione dall'osservatore-lettore, lo incamminano verso un livello più profondo a multi-strato di significati (struttura multi-proiettiva) che possa far nascere in lui o le corrispondenze o le dissidenze informative ed emotive, con i contorni di indifferenze:

  • Per essere più espliciti con un sistema a videate-finestre si crea una maggiore profondità di sguardo con un migliore senso di libertà che rende le comunicazioni più intricate e, in tal senso, più coinvolgenti, anche, emotivamente.
Si spiega così quel senso di smarrimento liberatorio che si innesca nell'azione di ricerca in rete che fa scolorare la consapevolezza del campo-habitat (con tutte le sue problematiche) e rende attentissimi alle moltiplicative operazioni di lettura, in tale perdere il contorno casa-ufficio-classe... si esalta la funzione elaborativa del cervello di ogni individuo e si crea un'accelerazione dei processi di apprendimento privati e collettivi con la moltiplicazione delle possibilità operative che rendono meno dittatoriali le conoscenze e quindi più libero e intraprendente tutto il Sistema-Paese:
  • È come se l'intero Patrimonio Culturale ed economico di una Società-Nazione si quintuplicasse in un take-off esponenziale in grado d'accorciare la distanza dall'infinitoviii. Un sistema d'apprendimento, quindi, che rende più vicini allo sguardo di Dio direbbero gli antichi profeti, in quanto rende l'occhio-uomo attento alle più piccole percezioni (lettura dei segni-appigli) che aprono agli effetti farfalla, con uno sviluppo di benevolenza verso l'imprevisto, fattosi sistema di apprendimento (crollo della rigidità mentale e ideologica)
Si capisce allora il valore di una Società della Conoscenza, in cui ogni evento-quanto informativo si fa seme in grado di imprimere una spinta auto-propulsiva funzionale alla produzione di sempre nuova conoscenza (processo creativo).
 


La democratizzazione dello sguardo-mente

Ad un occhio attendo che analizza i due sistemi di letturaix, appare evidente come si sia innescata una democratizzazione attraverso lo stesso sistema di lettura-scrittura con un'esplosione di produzioni che richiedono uno sguardolente più affinato, in grado di aprirsi agli ordini multipli dai significati allargati a multi-strato e a multi-verso:
  • quegli ordini complessi che rendono le letture più naturali, aderenti (a pelle) alla ricchezza delle dinamiche storico-fattuali di una Creazione in eterno divenire. Quindi quello sguardo carezzevole identificativo del modo cristologico di esercitare la cittadinanza nella storia.

Saggio-nicchia a nido informativo: Il piglio eco-biostorico, 2013

E cosa più bella, tale sistema a finestre è un'organizzazione di lettura de-gerarchizzata, in grado di far crollare le tirannie politiche ed economiche o editoriali e accademiche o dottrinali e ghettizzanti dei baroni della conoscenza, poco disposti a spezzare gratuitamente con tutti il pane delle parole, e sono proprio loro oggi i più inesperti nell'esplorazione e nella realizzazione informatizzata che invece di ammettere la privata ignoranza, cercano di fare resistenza al divenire e quindi si pongono a dis-informatori storici in nome di una tradizione de-storicizzata (fuori dalla storia-bios).
In tale chiudere gli occhi al cambiamento si confonde l'autoritarismo con l'autorevolezza che nasce dal riconoscimento del valore, basato sulla preparazione-competenza-disponibilità all'ascolto e non sugli arrivismi e le lotte di potere da primi della classe (quello sguardo di Caino in altre pagine analizzato).
La mancanza d'attenzione al campo crea le chiusure ideologiche che rendono vuote le parole (retorica) e vecchie le comunicazioni stesse, in tal senso i giovani, educati sulle nuove competenze tecnologiche, hanno una maggiore permeabilità alla vita, un occhio meno superficiale e una forma di distacco verso il possesso, in tal senso sono anche più fragili e si spiega anche in ciò il fatto che le logiche a libro abbiano ingabbiato il sistema salariale, creando la povertà giovanile, almeno in Italia. Presi dalla ricerca in rete, i giovani perdono di vista il lato lucrativo dell'azione e finiscono con il non saper difendere l'impegno-ore del loro lavoro intellettuale che viene fatto passare come semplice piacere-gioco (area dell'ozio). Non è un caso che molti giovani informatici siano sotto-pagati in proporzione alle ore e ore di impegno, letto da chi non è in grado di fare il loro lavoro, come una sorta di  gioco di dadi.
Non si può non ricordare che in Italia c'è stata negli anni '80 una forte opposizione al cambiamento e, cosa grave, non solo negli ambienti conservatori, ma da parte degli stessi presunti democratici che lo leggevano come una forma di nefasto capitalismo, estendendo la loro avversione, da guerra fredda, per gli USA alla medesima società informaticax. Personalmente ho vissuto questa forma di ghettizzazione, avendo avuto sin dal '85 la consapevolezza della ricaduta innovativa della nuova tecnologia sul pensiero, tanto da elaborare una didattica a finestre-campi per lo studio della storia e della letteratura:
  • In tale chiusura di occhi-sguardi, purtroppo, si è accumulato il ritardo cognitivo e operazionale della stessa Nazione Italia, tanto che oggi la maggior parte dei giovani ha un semplice rapporto d'intrattenimento con il PC e con Internet, non avendo fatto comprendere loro, da parte della classe e genitoriale e docente e politica e economica e sindacale (congiuntura negativa) la portata epocale della crescita esponenziale delle conoscenze con la conseguenziale amplificazione dei processi di immaginazione ed d'oggettivazione della realtà (take-off culturale-democratico).

Dopo questa passeggiata negli ordini delle conoscenze, si osservi (immagini a lato) come un sistema a libro appaia piatto, uni-forme con un'impostazione "ego-metrica", mentre un sito sia una cosa quasi viva, palpitante a multi-linguaggio e a multi-senso, similare a quella molteplicità di segni da captare dell'occhio cristologico, precedentemente posizionato.

In una nicchia-sito, ogni rilevazione dimostra di fatto all'osservatore storico che attua la lettura, come si costruisca un nido in rete, in cui custodire una inclinazione-verso di realtà compresa che si faccia opportunità in divenire, vestendo le percezioni, le impressioni e gli interessi con significativa ragionevolezze, soggette a continue correzioni (cosa impossibile nel libro) che mutando i punti di vista rendono la plasticità dell'ascolto-osservazione-mente-vita-lettura, in virtù di una percezione-eco altro che richiede un nuovo modellamento con un'adeguata rivisitazione sia del significato e sia dello sguardoxi:
  • tutto il processo in sintesi di codifica e decodifica, ordine e disordine per ordinare di nuovo, del ragionare con sé di sé nel mondo, in-formato di sé.
Il giro di parole serve a rendere come di fatto il passaggio da una visione statica di conoscenza ad una dinamica crei le correnti dei ri-modellamenti eco-inter-di-pendenti tra l'individuo e il campo, tanto da assumere l'uno il contorno dell'altro (topologia) e in tale contornarsi, vicendevolmente, si apprendono e si adeguano, divenendo un unicumxii:
  • e i due saranno una cosa sola!

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La topologia di una Carta a uno/Tutto

Tutto questo processo del definire per ridefinire di nuovo - coscienza per coscienza, individuo per individuo, società per società, spazio per spazio, attimo per attimo - altro non è che il naturale modo degli osservatori (ogni uomo) di appropriarsi della realtà filtrandola in una molteplicità di rappresentazioni-carte-campi (interni-esterni) a Io/Mondo, su cui si possa prendere posizione con rapporti di simpatia/antipatia/indifferenza che facciano sentire più o meno integrati, più o meno amati. 
Ogni acquisizione non è un semplice insieme di bit-informativi, bensì una carta cognitiva quale campo ordinato a molteplici registri informativi, i quali danno la struttura a multi-strato, a multi-faccia e a multi-sentimento dei significati, onde sapersi orientare con sicurezza e celerità nella vita in cui ogni uomo è immersoxiii.
Ogni carta è un paesaggio di un sistema-modello che è memorizzato e depositato nei registri della memoria, che rende pronti (ogni uomo)  a rispondere agli eventi, cioè quel percorso d'apprendimento, funzionale alla cittadinanza nella vita:
  • come ad esempio, tutti quei processi biofisici del connettomaxiv che stanno ora mappando i neuroscienziati, cercando d'entrare nelle trame profonde del dinamismo di un cervello per rilevarne l'impronta a spugna, identificativa, come quella di un pollice.
Le rilevazioni più raffinate che essi stanno elaborando sono il risultato dell'aver sgranato i contorni osservativi con le lenti-sensori-cadici-algoritmi-elaboratori, che hanno permesso una visione modificataxv della realtà precedente a sistema unico-generalizzato di un cervello, identico in tutti (astrazione).
Anche le nuove letture, se pur più raffinate, tuttavia sono sempre di-pendenti dagli sguardi e non danno il cervello oggettivo in sé, errore in cui potrebbero cadere i nuovi ricercatori se rendessero assolute le loro cartografie, ma solo il grado più raffinato di lettura della naturalezza di un cervello singolare, oggettivato (reso oggetto di lettura) dal loro sguardo.
  • È l'uomo che dà lo stato di oggetto ogni qual volta apre una campo di osservazione, in cui isola delle parti del tutto e le pone a res-cognitiva, cosa da conoscere.
  • La vita non è né oggettiva, né soggettiva, semplicemente è!

Oltre il sistema Moderno

Il salto di paradigma davisione staticaavisione plastica del paradigma eco-biostorico, in un certo qual modo fu messa in luce dallo stesso David Hume (1711-1776) quando criticò, nel Trattato sulla Natura Umanaxvi, il moralismo di una forma d'io-categorico con affermazioni coercitive (da fanatismo ideologico di una fissità dell'occhio-mente) con cui si saltava, nelle trattazioni filosofiche o etiche, da un è a un deve essere:
“... In ogni sistema morale in cui finora mi sono imbattuto, ho sempre trovato che l'autore va avanti per un po' ragionando nel modo più consueto, e afferma l'esistenza di un Dio, o fa delle osservazioni sulle cose umane; poi tutto a un tratto scopro con sorpresa che al posto delle abituali copule, è o non è, incontro solo proposizioni che sono collegate con un deve o un non deve; si tratta di un cambiamento impercettibile, ma che ha, tuttavia, la più grande importanza. Infatti, dato che questi deve, o non deve, esprimono una nuova relazione o una nuova affermazione, è necessario che siano osservati e spiegati; e che allo stesso tempo si dia una ragione per ciò che sembra del tutto inconcepibile ovvero che questa nuova relazione possa costituire una deduzione da altre relazioni da essa completamente differenti ...”xvii
Estendendo la sua riflessione a tutte le tipologie di scritture, comprese quelle scientifiche:
  • dire, ad esempio, la mela è rossa, non equivale al dire la mela deve essere rossa, infatti c'è tutta una casistica variegata di forme e colori di mele; l'esempio fa comprendere come sia facile fare un salto di registro espositivo, passando da una frase descrittiva-esplicativa (la mela è rossa) di una qualità sperimentata ad un'espressione imperativa-impositiva (la mela deve essere rossa) di un ordine di qualità obbligata.
Errore in cui caddero in molti, nel periodo delle facili inquisitorie da cacce alle streghe, non solo concernenti gli aspetti teologali delle questioni o delle azioni, in senso stretto, si pensi alle guerre di religione nel secolo precedente a quello dello storico; ma anche in relazione alle questioni accademiche, filosofiche, politiche, economiche, pedagogiche, in senso lato, che produssero gli irrigidimenti ideologici e le imposizioni dei punti di vista, con tutte le dispute su cosa fosse meglio dire e non dire, sostenere e non sostenere, vedere e non vedere...
La critica di scetticismo, con cui ancora oggi è etichettato il filosofo e storico scozzese nasce in parte da una negativa lettura della sua accortezza osservativa - naturalismoxviii - che lo portava ad invitare gli interlocutori-menti a non affrettare le conclusioni nel formulare dei giudizi chiusi, ferreixix, vere gabbie di pregiudizio, esercitando una sospensione del giudizio (3° occhio a posizione utopica) similmente a quella esortazione di Cristo ai discepoli a non giudicare, imparando a mutare la posizionare dell'occhio-mente, in relazione ad altri punti di vista, su altri piani di lettura, su altri orizzonti osservativi, su altre tipologie di fenomeni:
  • In tale apertura arguta e generosa degli spazi-tempi-fatti-nomi-cose-individui si dà alla mente un'altra possibilità di significato storico, rendendo le osservazioni-letture più aderenti (rapporto abito-pelle) al modo moltiplicativo di Dio nella creazione, assumendo una propensione alla benevolenza (etica gentile) nei confronti delle diversità storiche e sociali e fenomeniche.

Riflettendo con un simile sguardolente, il naturalismo evidenziato da D. Hume potrebbe essere posto come il germe-nodo storico in grado di preannunciare l'evoluzione-cresta storica di quell'effetto farfalla che lega le dinamiche vitali alle variazioni minime dei processi iniziali che moltiplicano gli andamenti con le creste evolutive, aprendo a quel versetto “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap. 21,5):
  • lettura potenziata di realtà, isolata da E. N. Lorenz nel 1963, che ha trasformato l'errore in un'apertura creativa, quindi non più come una negazione di verità, ma una ricchezza di possibilità altra della stessa verità, svincolata dall'astrattezza della carta-mappa ed incarnata, iscritta nello stesso processo vitale.
  • Lettura che come ricaduta sulla mente-pensiero dell'osservatore (ogni uomo) offre la possibilità di inforcare degli occhiali-sguardi nuovi con scenari di mondi nuovi, in cui la benevolenza dello sguardo (cristologico), precedentemente posto, si faccia un tutt'uno con lo stesso metodo scientifico. Vera riconciliazione in grado di sanare quella frattura da sguardi uni-direzionali e uni-organizzativi, precedentemente analizzata, quando si è posto il confronto tra lo sguardo galileiano e quello cristologico.
Alla luce delle ulteriori scoperte, legate alle tecnologie informatiche che permettono le aperture a frattale dei campi, emerge il valore di quell'impercettibile granulo di nonnulla - quanto storico - dal fattore aleatorio, vera ricchezza creatrice della natura che sa cogliere ogni occasione per dare vita ai processi nuovi, sorprendendo continuamente l'occhio-osservatore (stato di meraviglia), che come risposta è obbligato, se non vuole essere a-storico, a mutare l'idea-carta-parola-sintassi... già costruita:
  • in tale continua riscrittura l'osservatore esplica a pieno il suo ruolo di lettore-cantore della vita in tutte e tutte le sue forme che lo aprono alle molteplici discipline e ai moltiplicativi sguardi altri (dinamismo) che nelle loro incompletezze osservative particolari, si fanno insiemi di completezza-democrazia.
La “visione plastica eco-biostoricaxx, si gioca tutta su questo equivoco gnoseologico isolato, in Fatto tempo spazio (A. Colamonico, 1993) tra una lettura che blocca e ferma la realtà in una carta-fotogrammaxxi che tende a ingiallirsi nel tempo (lettura esclusiva a linea) e una lettura che lascia scorrere la vita, inseguendone con zoomate, le evoluzioni, come in un film a più trame (lettura inclusiva a raggiera), da scienza&metodo dello sguardo

L'errore di lettura tra storia e storiografia

La confusione tra storia-bios e storiografia-scrittura della biosxxii - (in senso lato) ha fatto peccare di titanismo il mondo della ricerca e con esso quelli connessi di talune scienze politiche, economiche, sociologiche, pedagogiche... che hanno spadroneggiato sino a tutto il '900 con le gravi conseguenze storico-sociali di un Sistema Mondo a grandi sacche di tirannia-povertà, poiché:
  • confondere la spiegazione logica e la dimostrazione scientifica di alcune “teste ben fatte” direbbe E. Morinxxiii con il verso della vita, a 360°, è una mancanza di concretezza, oltre che pochezza immaginativa con una ricaduta sulle pochezze etiche, politiche, scientifiche, economiche, pedagogiche... con connesse conseguenze fattuali che hanno aperto e aprono ai conflitti, alle ingiustizie, alle condanne, alle cerchie di classi e sottoclassi di umanità.
  • Confondere la vita che si pone a contenitore-matrice del contenuto-cervello umano che la elabora (solamente) in carte esplicative, influenzate dai sui stessi limiti costituzionali, cognitivi, immaginativi, strumentali, emozionali, esperienziali, è una strettoia cognitiva che si fa ignoranza personale, sociale, epocale; un novello oscurantismo direbbero gli illuministi, in cui al vecchio inquisitore papale dell'epoca galileiana si sostituisce il nuovo inquisitore biofisico-genetico che impone le razze, le selezioni di massa, le selezioni di sementi, le selezioni di parole, di idee, di cure, di sguardi, di umanità. Negando le cittadinanze (bio-potere) a tutte quelle diversità naturali che il suo occhio riduttivo legge quali errori della natura da correggere o curare o reprimere. 
Essendo ogni uomo un unicum per sempre, ogni lettura della realtà che si produce, da ogni mente umana, è unica per sempre e in tale essere una singolarità soggettiva, si comprende il significato-valore storico-vitale dello stato di soggetto oggettivante, che imparando a conoscere per vivere, veste di oggettività il movimento della vita e in tale vestizione o in-vestitura di realtà egli scrive a sua volta il suo verso particolarissimo di storicità che si fa impronta informativa-seme del suo passaggio nella vita:
  • In tale scrivere la vita si fa il suo sguardo-mente un tutt'uno con essa come quell'unicum del testo sacro in cui i due si fanno una cosa sola a contenitore-matrice e contenuto-scrittura, o se si preferisce un'altra metafora a legame campo-seme che si ap-prestano insieme a fare fruttare i raccolti, o un'altra ancora a utero-feto (l'altro livello dello sguardo, sistema a 2 occhi).
Per comprendere come sia facile cadere in una forma d'esaltazione del sé-osservatore, è interessante ricordare la metafora di Hilary Putnam “cervelli in vascaxxiv in cui al di là del paradosso:
  • tra un non sapere se il cervello umano sia libero di percepire, immaginare e ideare o se sia allacciato con dei sensori in un una mente-contenitore pensante al posto suo;
si evince come indagare sulla verità naturale della vita come oggetto posto di fronte e avente una sua oggettività, sia in sostanza un'illusione che si può fare trappola cognitiva, valutativa e comunicativa; bloccando il processo reale di conoscenza che parte da una molteplicità di stimoli-appigli esperienziali concreti che si aprono ai molteplici stati cerebrali, cognitivi e emozionali dell'essere immersi nel processo chiamato vita, di cui l'uomo può costruirsi solo delle ragionevoli visioni narrative che come tutte le storie peccano di fantasticheria intricata di veritiera naturalezza.

La realtà ragionata

Accettare il limite della ragione, è bene precisare, per non essere tacciati di relativismo e pressapochismo dalle menti uni-direzionali facili a scandalizzarsi, non implica la sconfessione di tutto quanto il sapere, se mai porre un freno allo stato di dominio costruito su tale sapere che porta a fermare il divenire nelle baronie degli autoritarismi:
  • si pensi al gioco di alcune case farmaceutiche o di alcune multi-nazionali che hanno bloccato le ricerche dei settori alternativi, impedendo altre forme di procedure-tecnologie, magari a costi molto più convenienti. In tale mancanza di coscienziosità si rivela il pericolo di una scienza oggettiva, scientifica, denaturata, de-cosciente, svincolata da una verifica costante sulla tenuta del significato stesso dell'azione del ricercare (osservatore dell'osservatore) che porta a scolorare nella coscienza dello scienziato o politico o economista... l'uomo come valore e a porre il mercato come forma di autentica idolatria.

Porre il soggettivismo della conoscenza, sia chiaro non è un'azione di demolizione della scienza o dell'esplorazione scientifica della natura o dell'etica in senso stretto, ma semplicemente la presa di consapevolezza che qualsia affermazione risultante dalle osservazioni-dimostrazioni-verificazioni deve lasciare aperta una finestra alla possibilità altra che naturalmente biforchi tale lettura e renda più arricchita la conoscenza, come un porgere la guancia a un altro schiaffo di verità:
  • Ogni schiaffo-appiglio è un risveglio di concretezza, un'immersione nella vita che genera le metamorfosi che fanno della crisalide una bellissima farfalla.

Consapevolezza che nasce dal sapere che ogni descrizione ha in sé un barlume d'invenzionexxv che si genera automaticamente per colmare i vuoti informativi di una realtà che all'occhio umano appare lacunosa, a campo-nicchie di pieno/vuoto, dei visti e non visti, dei visibili e invisibili:
  • quei vuoti/pieni di spugna descritti in altre pagine che si fanno la vera ricchezza immaginativa, ideativa e attuativa dell'intera umanità che sa rileggere e rileggersi, effetto zoom, spingendo lo sguardo sino alla frontiera ultima dell'intero universo-cosmo o fino alla piega più intima del suo cuore, facendo emergere come tanti giochi frattali, sospesi sul vuoto di  un non visto che si fa utero-matrice della vita (a 360°); tutti quei molteplici abbagli-quanti informativi che si fanno prese di realtà a multi-campo, a multi-verso, a multi-disciplina.
Sulla zona del non visto si gioca la scommessa della risposta alla vita, poiché l'osservatore spingendo l'occhio-mente, sino al confine ultimo che schiude al nulla di parola, strappa un fonema, un guizzo che si fanno sillaba-forma, parola-sagoma, periodo-campo, racconto-figura di veridicità storica e intorno a tale intessitura, il vuoto e il pieno di parola-segno si incontrano, si incarnano in una visione a uno/Tutto, aperta al divenire dello “spazio-tempo-fatto" di ogni quanto storico”xxvi:
  • Gli stessi nomi sono semplici particelle qualificative, costruzioni della coscienza umana poiché la vita in sé non ha nome, non è oggetto o soggetto, non ha campi-limiti o frontiere e cosa più importante non ha regole che corrispondano in tutto e per tutto ai modelli-carte elaborati dalla mente-uomo. Nessuna disciplina, anche la più sofisticata, argomentata e riproducibile, può dichiarare di possedere le chiavi della costruzione della vita, essendo ogni lettura una interpretazione ragionevole di un quid che resta in massima parte oltre lo stesso campo visivo.
  • Le stesse visualizzazioni non sono il modo naturale degli stati della vita, ma il modo naturale dello stato del cervello-uomo di rappresentare, immaginare, raffigurare e raccontare il suo sé nel mondo, diveniente.

Il sistema a uno/Tutto dei campi di studio

la vita è narrata in relazione a molteplici campi di studio ed assume ora la forma di un processo matematico, ora di un'organizzazione biologica, ora di un processo fisico-dinamico, ora di una valenza etica, ora di un'incidenza pedagogica, ora di una raffigurazione estetica e ora di un ordine politico (congiuntura positiva):
  • Ogni lettura è un'economia di spesa (in-vesti-mento), spendibile nelle azioni vitali; ogni rilevazione è un semplice vestito che la mente stessa dell'osservatore storico elabora in relazione ad una molteplicità di corrispondenze rilevate tra un fenomeno e una spiegazione logica che allacciandosi in un tessuto narrativo fanno della relazione vita-osservatore una realtà oggettivata, forgiata, spiegata.
Nessuna narrazione è in grado di contenere tutto il processo vitale, esso trasborda i limiti umani e in tale trasbordare rende sciocche tutte le pretese tiranniche di chi vuole imprigionare la vita in una carta, presentata come lettura definitiva, tanto che è la stessa natura a stravolgere e sconvolgere la stessa scienza ogni qual volta essa crede di essere approdata al mistero della vita che di fatto fa resistenza alle verità di carta.
Quello che è certo, tuttavia, è che esiste un legame tra lo sguardo-mente uomo e le tipologie di verità che di volta in volta vengono rilevate ed elaborate, tanto che la realtà assume sempre più la proprietà della creta, la plasticità appunto, poiché organizzabile in relazione al contenitore in cui è inglobata.
Ogni contenitore disciplinare è un semplice campo di lettura che rende diversificata la medesima natura, che assume volto-spiegazione all'interno della carta epistemologico-disciplinare con cui è identificata e inquadrata.
  • Si comprende allora che la coscienza umana ha la sola consapevolezza di una realtà raccontata, non l'oggetto in sé, ma solo una parcellizzata lettura di un non so ché che si lascia avvistare dall'occhio-mente osservatore, riflettendogli quello che egli stesso decide di captare e trasformare da quanto storico (campo dell'ignoto) a quanto informativo (campo del noto).
Volendo ricorrere ad un immagine, allora la realtà è un segnale-eco che la mente osservatore capta (funzione di antenna della spugna del pensiero) e grazie ad operazioni naturali - incarnate nella medesima struttura corporea - e a strumenti di amplificazione del segnale, da egli stesso prodotte, traduce in immagini, forme, movimenti, corposità, consistenze, reazioni...
Tutte quelle molteplici forme che si fanno oggetti di studio delle medesime branche scientifiche:
  • Se l'organizzazione della realtà è indirizzata dallo sguardo-mente, allora ogni dimostrazione è solo un'interpretazione soggettiva che tende a farsi oggettivante, cioè a dare lo stato di oggetto-orma ad un quid che resta oltre.

La gerarchia semplice tecnica di conoscenza

Si comprende allora la portata di tale rilettura della conoscenza, in quanto tutte le consapevolezze umane da quelle etiche a quelle economico-politiche, da quelle fisiche a quelle biologiche... sono tutte soggette ad essere riscritte, senza pretese di onniscenza da primi della classe (gabbia ideologica in cui sono caduti molti scienziati o economisti o teologi... aprendo ai conflitti ideologici). 


Esistono solo dei gradi di comprensione che si pongono in relazione alle geografie mentali, evolutesi nel corso degli stessi processi d'apprendimento che trasformano, non solo il singolo individuo, ma le Società tutte (economia della conoscenza).
  • Se l'uomo è un semplice orecchio-occhio che capta il segnale-eco della vita, allora le antiche scritture contenevano dei margini di verità, non solo teologiche, ma scientifiche. Sembrerebbe quasi che quel dualismo posto da G. Galilei, sicuramente per salvarsi il collo, possa essere accorpato intorno all'unica verità di una creazione, in cui il Dio-creatore, informando di sé (eco storico), rende informata ogni creatura, a 360° gradi, in ogni tempo 0 di presente.

Se l'uomo è predisposto, sin dalla nascita che gli attribuisce lo stato di vivente, a conoscere per poter vivere, allora tutto il cammino di ogni singolare esistenza è un'evoluzione silente che tende a codificare-decodificare segnali-input, per collocarli e nomenclarli in una serie di spazi-tempi-fatti-nomi-cose-individui noti, ordinati in campi di appartenenze organizzative e in tipologie di possibilità interagenti... cioè a trasformarli in quadri di conoscenze, strutturati a discipline di pari dignità, funzionali alle risposte storiche. 

Crollano così tutti i castelli delle presunzioni che rendono l'umanità scissa in caste-classi e con esse le conoscenze-discipline a molteplici gerarchie d'importanza storica (primato dell'economia sull'etica o l'estetica o la poetica).
Il gerarchizzare essendo un semplice espediente mnemotecnico, è solo un criterio di lettura per orientarsi nella complessità dei segnali-echi storici, per cui come cambiano gli orientamenti-orizzonti osservativi, così cambiano le gerarchie informative. Come mutano le consapevolezze, così mutano gli stati di potere tra le cose-individui (logica da-gerarchizzata e de-gerarchizzante di una mente plastica).
Per cui viene riconfermato quel guizzo informativo del testo sacro che fece parlare di creta, come impasto che può prendere forma molteplice, in virtù di una mano sapiente che sa forgiare quella sagoma deforme in oggetto finito:
  • metafora-verità che è stata una delle prime scoperte dell'uomo che osservando e contemplando il manifestarsi della vita è approdato alla proprietà più profonda dello stesso divenire dell'io nel mondo di Dio.

Naturalezza adornata
Foto M. Mastroleo, 2013)

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iA. Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, Milano 1993.
iiA. Colamonico. Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.
iiiA. Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, Milano 1993.
ivA. Colamonico. Biostoria. Op. cit. Il filo, Bari 1998.
v“... misi subito a fuoco che il limite ad una visione allargata che oggi chiamo approccio biostorico, era l'utilizzo di un semplice codice alfabetico e per questo lo affiancai a delle visualizzazioni grafiche e geometriche. Iniziai a scarabocchiare fughe di linee, cerchi, punti, slogan di parole e mi resi conto che ormai la mia mente era in grado di vedere gli enunciati, di proiettarli in tempi e spazi passato-futuri e di elaborarli in ordini differenti di lettura. ...” da A. Colamonico. Biostoria, op. cit. premessa, p. 7. Il filo, 1998.
viA. Colamonico. Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. Op. cit. In World Futures, 2005.
viiNon è un caso che i primi elaboratori siano nati per fini bellici, lo stesso Turing sviluppò la sua macchina per decifrare i codici segreti tedeschi. A. Hodges. Alan Turing. Una storia di enigma. Bollati Boringhieri, 2012.
viiiA. Colamonico. Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.
ixA. Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, Milano 1993.
xP. Manacorda. Lavoro e intelligenza nell'età microelettronica. Feltrinelli, 1984.
xiA. Colamonico. Come è nata la scienza e metodo Biostoria. In Il grido © 2011
xiiA. Colamonico, M. Mastroleo. La geometria della mente nel salto eco-biostorico. Verso una Topologia a occhio infinito della relazione Mente/Mondo. © Il Filo, Bari 2010.
xiiiL'idea dell'immersione richiama lo stato iniziale della vita, quell'utero materno con liquido amniotico che a culla l'avvolge e dà casa alle moltiplicazioni dello zigote. È un cambio di sguardo da una lettura a successione lineare ad una di campi a contenitore/contenuto. A, Colamonico. Biostoria, op. cit. Il Filo, Bari 1998.
xivH. S. Seung. Connectome: How the Brain's Wiring Makes Us Who We Are. New York: Houghton Mifflin Harcout (2012)
xvModificata, in tale contesto, perde il significato negativo che è solitamente attribuito, per assumere il senso di soggetto a modifiche in relazione al mutamento storico-vitale del campo stesso di lettura.
xviD. Hume. Trattato sulla natura umana a cura di P. Guglielmoni. Bompiani, 2001.
xviiD. Hume. Opere filosofiche, vol. I, Trattato sulla natura umana (pp. 496 e 497). Laterza, 2008,
xviii“... Hume vuol essere “il filosofo della natura umana”. “La natura umana, egli scrive, è la sola scienza dell'uomo; eppure è stata sinora la più trascurata” … In realtà tutte le scienze si riallacciano alla natura umana, anche quelle che ne sembrano più indipendenti come la matematica, la fisica, e la religione naturale; poiché anche queste fanno parte delle conoscenze dell'uomo e sono giudicate dai poteri e dalle facoltà umane. Perciò il solo mezzo per condurre avanti la ricerca filosofica e quello di indirizzarla direttamente verso il suo centro, che è la natura umana; dalla quale si potrà poi muover agevolmente alla conquista delle altre scienze che sono tutte più o meno legate con essa.” Da N. Abbagnano. La storia della filosofia. Vol. 2°, pag 366. UTET, 1969.
xix“”... Ha cercato di sottrarre l'etica e la politica alle loro imposizioni metafisiche riconducendo l'origine e la validità di esse a bisogni e o esigenze umane. Ha, soprattutto ristretto la capacità conoscitiva della ragione al dominio del probabile. Egli ammette, bensì che ci sia un campo di conoscenze nel quale l'uomo può conseguire la certezza della dimostrazione; ma restringe questo campo “alla quantità e al numero” cioè al dominio astratto o formale in cui non si fa alcun riferimento alle cose reali. ...” Da N. Abbagnano, op. cit. p.367.
xxA. Colamonico. Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.
xxiA. Colamonico. Biostoria. ,Op. cit. Il Filo, Bari 1998.
xxiiA. Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, Milano 1993.

xxiiiE. Morin. La testa ben fatta. Riforma dell'insegnamento e riforma del pensiero. Raffaello Cortina, Milano 2000
xxiv H. Putnam. Brains in a Vat (in Reason, Truth and History, Cambridge University Press, Cambridge 1981, pp.1-21): “... Immaginate che un essere umano (potete immaginare di essere voi) sia stato sottoposto ad un’operazione da parte di uno scienziato malvagio. Il cervello di quella persona (il vostro cervello) è stato rimosso dal corpo e messo in un’ampolla piena di sostanze chimiche che lo tengono in vita. Le terminazioni nervose sono state connesse ad un computer superscientifico che fa sì che la persona a cui appartiene il cervello abbia l’illusione che tutto sia perfettamente normale. Sembra che ci siano persone, oggetti, il cielo ecc., ma in realtà l’esperienza della persona (la vostra esperienza) è in tutto e per tutto il risultato degli impulsi elettronici che viaggiano dal computer alle terminazioni nervose. Il computer è così abile che se la persona cerca di alzare il braccio la risposta del computer farà sì che "veda" e "senta" il braccio che si alza. Inoltre, variando il programma lo scienziato malvagio può far sì che la vittima "esperisca" (ovvero allucini) qualsiasi situazione o ambiente lo scienziato voglia. Può anche offuscare il ricordo dell’operazione al cervello, in modo che la vittima abbia l’impressione di essere sempre stata in quell’ambiente. [...] Potremmo anche immaginare che tutti gli esseri umani ... siano cervelli in un’ampolla. Naturalmente lo scienziato malvagio dovrebbe trovarsi al di fuori. Dovrebbe? Magari non esiste nessuno scienziato malvagio; magari l’universo ... consiste solo di macchinari automatici che badano a un’ampolla piena di cervelli. Supponiamo che il macchinario automatico sia programmato per dare a tutti noi un’allucinazione collettiva ... Quando sembra a me di star parlando a voi, sembra a voi di star ascoltando le mie parole. Naturalmente le mie parole non giungono per davvero alle vostre orecchie, dato che non avete (vere) orecchie, né io ho una vera bocca e una vera lingua. Invece, quando produco le mie parole quel che succede è che gli impulsi efferenti viaggiano dal mio cervello al computer, che fa sì che io ‘senta’ la mia stessa voce che dice quelle parole e ‘senta’ la lingua muoversi, ecc., e anche che voi ‘udiate’ le mie parole, mi ‘vediate’ parlare, ecc. In questo caso, in un certo senso io e voi siamo davvero in comunicazione. Io non mi inganno sulla vostra esistenza reale, ma solo sull’esistenza del vostro corpo e del mondo esterno, cervelli esclusi...”; Ragione, verità e storia. Il saggiatore, 1985. Altre letture consigliate di H Putnam: .Mente, linguaggio e realtà, tr. it. di R. Cordeschi, Adelphi, 1987 - Il pragmatismo: una questione aperta, tr. it. di M. Dell'Utri, Laterza, 1992 - Rappresentazione e realtà, tr. it. di N. Guicciardini, Garzanti, 1993.
xxvE viceversa ogni invenzione ha in sé un barlume di verità, spetta all'occhio-mente dell'osservatore saper discernere e nel farlo sdoganare la coscienza dalle strettoie di un moralismo generalizzante e di uno scetticismo annichilente che, letti con un occhio eco-biostorico, sono le due facce di una stessa medaglia di una conoscenza de-naturalizzata e de-personalizzata che si fa strettoia immaginativa, espositiva e attuativa; tutti quei formalismi che Cristo invita a tenere sotto controllo, partendo dal proprio sé. Modi che rivelano un'incapacità a leggere a tutto tondo la vita come dialogica individuo-campo che insieme si allacciano e si vincolano.

xxviA. Colamonico. Ordini complessi. Op. cit. Il filo, 2002.


© 7 ottobre 2013 Antonia Colamonico


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